Elezioni Sindaco di Roma

Si nota a Roma una grande attività di politici aspiranti sindaco e consiglieri comunali.
Se la politica si occupa della cosa sociale, ed è perciò lecito ed apprezzabile impegnarsi in essa, è anche vero che per fare qualcosa di buono non sia necessario aspettare di essere eletti.
Per i moltissimi senza fissa dimora serve, innanzi tutto, un posto dove rifugiarsi il giorno; dove ricevere aiuto e indirizzo per trovare di nuovo la strada verso un impiego dignitoso che è alla base di tutto.
Possibile che nessuno, in particolar modo chi impegnato in politica, riesca a tirare fuori un casale da adibire a rifugio diurno ?
Aspettiamo allora questo nuovo Sindaco e la sua giunta, immaginiamo anche cosa diranno quelli dell'opposizione. Se la politica si occupa del sociale ed è, come dicono molti politici, la più alta forma di amore … non ricordo verso cosa  … allora tirassero fuori qualcosa prima delle votazioni.
Arriverebbero anche parecchi voti, ma la procedura è sempre la stessa, dobbiamo aspettare.

Facciamo di Roma una città migliore

Togliere una persona dalla strada significa rendere Roma una città migliore.
Una città migliore per tutti; migliore per il cittadino romano, migliore per il turista e migliore per quelli che sono in strada tutto il giorno senza avere un posto dove andare e senza aver nulla da fare.
Le organizzazioni umanitarie e caritatevoli provvedono al pasto.
Finito di mangiare però, vale a dire dopo 20 minuti, queste persone vengono rispedite in strada, ed è lì, che si perde la dignità, ci si lascia andare alla rassegnazione.

Durante le giornate invernali e piovose, è difficile anche sedersi su una panchina e senza nemmeno il danaro in tasca per un caffè.

Noi siamo a Roma per la strada, chi volesse saperne di più lasci un commento oppure ci contatti e discuteremo insieme a voi: trovare un modo concreto per rendere Roma una città migliore per tutti.  Lavoriamo per guadagnare onestamente e anche 5€ possono fare la differenza per chi si trova in strada.

L'Ospizio Apostolico San Michele


L'imponente fabbricato di San Michele che costeggia il primo tratto del Tevere appena varcata la antica Porta Portuensis, accoglieva, ancora nel secolo scorso, le imbarcazioni in arrivo al Porto di Ripa Grande costituendo un unicum nel panorama architettonico romano, sia per le non comuni dimensioni ( ricopre una superficie di quasi 3 ettari ) sia per la destinazione d'uso.
Accogliendo il modello francese della beneficenza istituzionalizzata, il pontificato di Innocenzo XII ( 1691 - 1700 ) aveva avviato un programma di assistenza e controllo nei confronti delle realtà disagiate, sempre più numerose a Roma; un progetto che aveva avuto il il suo epilogo con l'emanazione, nel 1693, della bolla pontificia " Ad exercitium pietatis " a sancire la creazione di un unico Ente assistenziale denominato OSPIZIO APOSTOLICO.

L'Istituto di San Michele a Ripa, costruito qualche anno prima da mons. Tommaso Odescalchi, era costituito a quel tempo da un più modesto edificio che si sviluppava attorno all'attuale cortile dei ragazzi, con il fronte principale rivolto verso il Tevere.  Il fabbricato, già in origine destinato alla custodia degli orfani, diviene, a seguito del provvedimento pontificio, l'unica struttura in Roma preposta all'assistenza infantile, ma nel tempo, grazie ad una posizione geograficamente ottimale, avrebbe assunto il ruolo di sede deputata istituzionalmente a raccogliere tuttele comunità di bisognosi, costituite oltre che agli orfani appunto, dalle zitelle e dai vecchi a cui si aggiungono anche funzioni di Istituto detentivo per le donne e per i ragazzi discoli.

Il provvedimento non si limitava a prevedere  l'accoglienza dei poveri, ma ne ordinava l'impiego in attività produttive che fornissero benefici per se stessi e per la struttura che gli accoglieva ...  - continua -